TERAMO – La segnalazione, che ha avviato anche una sentita polemica, viaggia sui social e calza a pennello con quanto sta accadendo in queste ore sul fronte dell’allerta meteo e delle iniziative messe in campo, in primis dal sindaco Gianguido D’Alberto, per fronteggiare l’emergenza maltempo. Se il rischio arriva dalla abbondanti precipitazioni previste nelle prossime ore, al punto da mettere in moto la macchina dell’emergenza con l’apertura del Coc, il Centro operativo comunale, appare paradossale quanto testimoniato dalle foto postate su Facebook da Berardo De Carolis: tre diversi tombini per le acque piovane, della zona di viale Cavour, a Teramo, occlusi da ogni tipo di rifiuto. Mozziconi di sigarette, fogliame secco, cartacce, di tutto e di più, sono testimonianza di un accumulo datato, di una indifferenza alla manutenzione, ma soprattutto di un rischio reale e grave. De Carolis, che è vigile del fuoco, volontario Croce Rossa del polo logistico di Avezzano e già responsabile del Gruppo di protezione civile della Cri di Teramo, sottolinea come in fase di allerta pioggia questi tombini non siano stati almeno aperti per evitare che diventino barriere insormontabili per il volume di acqua delle precipitazioni, che poi provocano allagamenti e disastri. "Previsione prevenzione, progettazione e organizzazione costano molto meno dell’emergenza" scrive De Carolis. La riunione operativa tenuta al Coc questa mattina ha affronato anche questa grave situazione, figlia di anni e anni di scarsissima se non nulla attenzione al problema. E’ stato il sindaco D’Alberto a chiedere lo stato dell’arte, scoprendo che soltanto di recente la Teramo Ambiente ha chiuso il censimnto di tombini e caditoie, che sarebbero oltre 5mila sul territorio comunale. "Purtroppo è una situazione con cui dobbiamo fare i conti – ha detto il primo cittadino – e in alcuni casi sembra insuperabile: non si tratta più infatti di semplice pulizia e manutenzione, quanto di intervenuta inefficienza funzionale di molti di queste aprture sulla rete fognaria. Molti sono cementati, altri sono irrimediabilmente bloccati o danneggiati da non svolgere più la loro funzione. Tra l’altro non si tratta soltanto di prevenzione del rischio idrogeologico, quanto anche di evitare danni a strutture ed abitazioni, per cui il Comune spesso si trova a pagare conti salati. E’ un problema che dovremo affrontare con decisione, per trovare una soluzione".
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